TRAMA
A metà Ottocento, al confine tra Messico e Stati Uniti, una banda di killers professionisti annienta tutto quello che trova sul suo cammino. Un ragazzo del Tennessee, fuggito di casa, si unisce a una banda di cacciatori di scalpi.
La banda ha un regolare contratto per sterminare gli Apaches e lascia dietro di sé una scia di sangue che sembra apparire all’orizzonte come un tramonto infuocato.
Fino a quando i massacri diventano imbarazzanti per quelli stessi che li avevano commissionati. Trent’anni dopo l’uomo del Tennessee che da ragazzo aveva attraversato il “meridiano di sangue”, ritroverà il giudice Holden, uno della banda, chiamato a leggere la sua ultima, definitiva sentenza.
Meridiano di sangue ha mio avviso e a detto di molti è il romanzo più sanguinoso scritto dall’autore.
La storia è cruda e diretta come un pugno nello stomaco, senza tralasciare una dose di violenza elevata e descritta minuziosamente, a volte anche sadica, che però a mio avviso non dovrebbe mancare in nessun racconto western dato che probabilmente erano situazioni da tutti i giorni.
Sono davvero presenti scene crude e dirette, come amputazioni di parti umane quali genitali ed occhi, questo potrebbe andar bene per amanti anche del genere Horror.
Si spera una realtà immaginaria. C’è violenza a tratti insensata, dietro quella che potrebbe essere una storia vera. Il tempo di narrazione è lento, praticamente una giornata di lavoro per un gruppo di uomini dove sembra non succedere nulla ma in realtà succede di tutto.
Consigliato come tutti i suoi romanzi.
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